L'opinione di alcuni operai italiani: "Non cambierà nulla, facciamo lavori che gli Svizzeri non vogliono fare"
"La tesi secondo cui gli italiani sottraggono lavoro ai locali non ha fondamento. Gli inoccupati di tutto il Canton Ticino sono circa undicimila. I lavoratori che arrivano da Como e Varese sessantacinquemila. Se domani dovessero bloccare le dogane, si fermerebbe la vita e l'economia del Canton Ticino, perché i frontalieri sono impegnati nell' edilizia e nell' industria. Quasi tutti occupano posti per lavori che i locali non vogliono fare". Lo afferma in un' intervista a Repubblica Alessandro Tarpini, responsabile nazionale dei frontalieri della Cgil, commentando il referendum svizzero.
I lavoratori però sono preoccupati, continua, "soprattutto per il clima che si respira. Un pezzo dell' opinione pubblica del Canton Ticino considera i lavoratori frontalieri la causa di tutti i loro problemi. Purtroppo, da un po' di anni, alla politica si è sostituita la propaganda".
Della stessa opinione, alcuni operai italiani che lavorano per un'impresa svizzera in un cantiere a ridosso del confine: "Noi ruberemmo il posto agli svizzeri? Non ho mai visto uno di loro prendere in mano una pala".
"Non cambierà nulla - hanno aggiunto - noi facciamo un lavoro che gli Svizzeri non vogliono fare, siamo qui da tanti anni, entriamo per lavorare e ce ne andiamo la sera, non abbiamo mai avuto problemi".